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"Alziamo la voce, cambiamo le regole!": una tesi su donne e sport

Nicolò Grandieri per la sua laurea Magistrale in Design della Comunicazione, ha approfondito il tema della comunicazione relativa allo sport femminile

 

La comunicazione nello sport esiste in molteplici forme e coinvolge i vari attori del fenomeno sportivo, giocatori, allenatori, spettatori, giornalisti. La comunicazione è ovunque nello sport e il modo in cui questa agisce e lo racconta influenza il nostro immaginario culturale. In questo ambito le tematiche di genere rivestono un ruolo importante e il loro impatto influenza le relazioni e le idee che noi abbiamo su donne e uomini, non solo come atleti e atlete, ma anche come figure sociali. 

Su questo complesso sistema di relazioni, idee e pregiudizi, è stata recentemente scritta una tesi per il Corso di laurea Magistrale in Design della Comunicazione presso il Politecnico di Milano. L’autore del testo, Nicolò Grandieri, ritiene che le differenze di genere siano anche codificate dall’uso di semplificazioni discriminatorie e stereotipi, di cui la comunicazione sportiva è ricca. “Lo sport femminile in Italia è ancora un baluardo totalmente maschile, non esiste il professionismo e non ci sono tutele, e la scelta di una pratica sportiva molto fisica e aggressiva porta le atlete a essere etichettate come non donne o maschiacci", si legge nella premessa.

Obiettivo della tesi è stato esplorare i modi in cui il settore dei media sportivi conferma o rifiuta dei modelli di rappresentazione di genere, per sviluppare una riflessione su come la narrazione mediatica influisce sulla percezione che si ha delle atlete e dello sport femminile. L’autore ha svolto un’indagine approfondita sui principali media sportivi italiani, analizzando articoli, fotogallery, titoli, video, per comprendere le modalità, le forme espressive e le tendenze che contribuiscono quotidianamente alla creazione di una narrazione discriminatoria e fortemente segmentata dello sport.

La ricerca ha evidenziato le disparità di genere, come linguaggio e visibilità nei loro confronti, confermando un incredibile aumento della partecipazione sportiva femminile e la tendenza dei media sportivi a realizzare un racconto povero, ricco di giudizi sull’apparenza piuttosto che sulle prestazioni e competenze sportive, fenomeno che accade raramente nel racconto sportivo maschile. “Clichè e stereotipi che, ogni giorno, distorcono e alterano la rappresentazione delle donne all’interno del mondo sportivo, relegandole ad un immaginario semplicistico e svantaggiato rispetto a quello dei colleghi uomini all’interno delle stesse discipline - scrive nelle conclusioni Grandieri - Lo sport si rivela come un ambiente e un immaginario culturale che viene consolidato, gestito, prodotto da uomini per parlare solamente a uomini. La ricerca ha dimostrato, con il caso dei Mondiali femminili 2019, l’effetto positivo che una più corretta e degna rappresentazione mediatica può portare nei confronti delle atlete presenti e quelle del futuro. Ciò contribuisce alla creazione di modelli ispirazionali, mostrando un esempio per quelle ragazze che vogliono percorrere la strada del professionismo. Alzare la voce su questa problematica può quindi contribuire a quel cambiamento che nel 1985, anno della realizzazione della Carta dei diritti delle donne sportive, si auspicava”.

Oltre alla importante citazione della Carta dei diritti promossa dall'Uisp, molto spazio nel testo ha meritato la storia dell’associazione dello sportpertutti, con il suo impegno continuo per la promozione dei diritti e delle pari opportunità, fin dalla sua nascita, nel 1948. “La realtà sportiva femminile è una realtà controversa. Sempre più donne fanno dello sport, sempre più atlete raggiungono prestazioni di grande valore eppure, nonostante ciò, permangono nel sistema sportivo e nella cultura media del nostro paese ostacoli e barriere che limitano l’espansione della pratica sportiva femminile e la sua evoluzione in fenomeno di massa”. Queste parole sono tratte dall’introduzione alla Carta dei diritti delle donne nello sport, documento elaborato dal coordinamento Donne Uisp, e oggi considerato come uno dei più importanti nella lotta per il raggiungimento della parità di genere nella pratica sportiva, in Italia e in Europa così come in tutto il mondo. “Gli obiettivi che la Carta vuole rappresentare sono trascendentali e senza tempo - scrive Grandieri - parole che ancora oggi, soprattutto nel contesto italiano, sono attuali. Una piena rivendicazione del diritto alla pratica nel rispetto della donna al di fuori di ogni parametrazione e classificazione".

Le informazioni possono essere richieste direttamente al dott. Nicolò Grandieri, al quale vanno i nostri complimenti (contatti:: nicolograndieri@gmail.com)

(A cura di Elena Fiorani)